RENATO GIACOMO BISSO



RENATO GIACOMO BISSO www.renatobisso.it
renatobisso@yahoo.it

Nato a Livorno nel 1943 dove vive e opera. Scultore, pittore ed orafo, predilige intervenire sugli spazi con installazioni ed opere di arredo urbano. Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Carrara ma soprattutto la Fonderia Tommasi e i laboratori di Sem Ghelardini. Negli anni 70 inizia la sua attività espositiva. Nel 1984 fonda, insieme ad altri artisti di spicco, il gruppo Portofranco.

“Personalità singolare nel panorama artistico del secondo novecento labronico, Renato Bisso si colloca in un contesto internazionale grazie ad un linguaggio che definirei universale. E’ riduttivo definire Bisso, scultore piuttosto che pittore o orafo, la sua arte va letta nel suo complesso. Artista poliedrico dimostra infinite possibilità di espressione, curioso di sperimentare nuove tecniche, cerca una propria forma dialettica che sia polifunzionale e al tempo stesso autonoma da generiche convenzioni. Forte di un’ originale capacità di gestire la materia rielabora a suo modo elementi di origine diversa, dal tema classico, mitologico, a quello surrealista, simbolista astratto e dimensionale. Creatore dall’inesauribile inventiva, è quindi in grado di sperimentare le tecniche più disparate, dalla pittura in acrilico e olio, alla ceramica, dalla scultura in bronzo, marmo e legno, alla grafica e all’ arte orafa. Appassionato studioso dell’antichità si esprime “a tutto tondo” attraverso rappresentazioni visive e combinazioni di elementi creando un rapporto emblematico con lo spettatore; egli ha la facoltà di rendere credibile l’elemento mitologico esaltando, con molteplici allusioni fantastiche, l’elemento naturale, ossia la materia prima.
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Bisso è un artista autentico che non necessita di grandi sollecitazioni ottiche esterne per creare la sua arte che spesso è il risultato di uno studio profondo dell’epica e di una spiccata fantasia. La profonda conoscenza culturale dell’antichità mette a nudo la purezza dell’anima dell’artista che emerge attraverso le sue opere come in un sogno, ma soprattutto fa di Bisso un artista che attraverso tecniche e stili moderni lega la contemporaneità alla tradizione classica.
Affascinanti opere scultoree mitologiche realizzate in bronzo segnano la piena maturità dell’artista sia in termini di materia plastica che di inventiva. Ammirando queste opere scultoree di grandi dimensioni si intuisce che l’artista sente “l’epos” come una vicenda spirituale soggettiva. Mentre gioiosi cromatismi giocati su toni pastello , che si susseguono con rapida velocità, definiscono opere pittoriche del tutto fantastiche nelle quali si intravedono simboli riconoscibili e parole scritte intersecate a rimarcarne il messaggio; si tratta di dipinti di grande lirismo in cui il simbolo genitale femminile, ricorrente nelle opere di Bisso, crea un effetto dinamico e audace senza mai cadere nella volgarità.
L’organo riproduttivo femminile più volte ritratto in pittura come in scultura , visto come condizione oggettiva di sensualità, in realtà è direttamente connesso alla genesi intesa proprio come generazione dell’essere umano ; la figura femminile viene esaltata in senso assoluto; tale concetto viene più volte evidenziato anche nella creazione di oggetti ovulari attraverso i quali l’artista indaga, analizza, contempla il mistero della vita.
Ma la massima espressione artistica Bisso la realizza quando interviene liberamente con istallazioni di grandi dimensioni intendendo lo spazio come una dimensione cosmica così come che ci insegna il concetto spaziale di Lucio Fontana in auge negli anni ’50 ’60. Bisso applica il concetto spaziale anche alle opere in ceramica ed in terracotta significative per le loro lacerazioni o squarci che simulano ancora una volta il segno genitale femminile.
In fine, ma non in ordine cronologico, Renato si esprime brillantemente anche come grafico, tale tecnica viene utilizzata come mezzo rapido attraverso il quale sintetizzare arditamente alcuni concetti che fanno da filo conduttore di tutta l’opera dell’artista.
A mio avviso tra le varie forme espressive esiste un confine ambiguo nel quale Bisso sente che non può più limitarsi alle forme canoniche del quadro e della scultura, la sua diviene a tutti gli effetti un’opera d’arte totale. Renato Bisso uscendo dai canoni tradizionali supera il rapporto di distanza tra spettatore ed opera d’arte cercando un coinvolgimento quasi fisico col fruitore creando un vero e proprio colloquio attraverso il quale sollecita sentimenti di curiosità e complicità”.

Alessandra Rontini


 
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