SILVIA MENICAGLI



SILVIA MENICAGLI www.artealivorno.it/menicagli
silviamenicagli@virgilio.it

“[…] La sua formazione artistica segue percorsi estranei al tradizionale iter accademico: costruisce da autodidatta ed approfondisce con coerenza la sua personale formula espressiva, dove temi e scelte di stile trovano esclusiva giustificazione nel mondo poetico che li ha generati. Ed è un lavoro che nasce da una sperimentazione profonda che riguarda gli aspetti dell’espressione cromatica e della composizione, ma che coinvolge anche una ricerca materica continua, attraverso unioni e commistioni di materiali vari ed eterogenei.
Se in molte opere tale ricerca perviene a risultati in cui è espressa una rigorosa bidimensionalità dell’immagine, grazie all’utilizzo di ritagli di giornale inglobati o sovrapposti all’elemento acrilico, in altre lo spazio dell'immagine si espande con effetto quasi tridimensionale, in virtù della giustapposizione di ritagli di cartone o di cartoncino, quasi che la precedente matericità della carta chiedesse di farsi corpo e volume per uscire dai limiti ed affrontare lo spazio.
SILVIA MENICAGLI SILVIA MENICAGLI SILVIA MENICAGLI SILVIA MENICAGLI

Ma anche, diremmo soprattutto, la ricerca cromatica è principio ispiratore della attività pittorica di Silvia. Le quantità del colore, spesso puro, i timbri e la variabile estensione delle sue superfici, si rapportano a un'uniforme qualità luminosa che annulla ogni scarto o dissonanza, fondendo come attraverso un sottilissimo filtro gli accenti anche più vivaci dei rossi, dei blu, o dei verdi. Ed è quasi sorprendente osservare come anche un colore così carico e ricco di lucentezza possa trovare accordi e suggestioni dal confronto con una materia povera come la carta, che, al contrario, arricchisce il grado di vibrazione luminosa della pittura. In alcune opere, in particolare, la presenza della luce diventa protagonista: non più tenue velo che unifica le distinte zone, ma sostanza stessa della pittura, che imbevendo il colore modula in ogni punto la superficie, come se corpi e volumi premessero lievemente da dietro, da dentro.
Silvia risolve i propri soggetti con istintiva gestualità, con un’ansia di purezza che non va confusa con l’ingenuità, li rielabora con l'indipendenza di spirito che gli è ormai congeniale, ossequiosa versi i criteri convenzionali e, al medesimo tempo, insofferente di ogni schema preordinato.
Nelle nature morte e nei fiori, Silvia nutre una vera e propria passione verso la composizione floreale, rimane intatto il senso di comunione affettuosa con una realtà quotidiana di decantata semplicità. I fiori sono un’espressività pittorica fondamentale per l’artista, che li cura con assoluta perizia come modelli, da guardare ed amare prima, da idealizzare e quindi da riprodurre poi. Fiori non guardati come modelli statici di una visione naturalistica ma piuttosto come simboli di una interiorità che in essi trova la forma e il colore più congeniali per dare un senso ad un' intima urgenza di bellezza, anche se effimera. I seducenti nudi femminili, dipinti con tratti larghi e pastosi dai caldi colori, che risaltano particolarmente su fondi scuri, descrivono corpi solidi e carnosi, sintetizzando volumi e pigmentazioni che conferiscono pienezza sensuale e sensualità piena.
Altre volte ancora sono gli scorci più amati di Livorno, la propria città, a farsi pittura, ed è sempre pittura intesa come ricerca del proprio mondo interiore. Silvia coglie un’atmosfera di sottile rarefazione metafisica, e allora questi suoi angoli urbani divengono scenari di città ripensati e ricollocati in una struttura che non è più verosimile, ma quasi prettamente mentale.
A partire dalla sua innata tensione al volo, metafora di quell'ansia d'essere libera di esprimere e creare, l’artista concede a farfalle variopinte il privilegio di librarsi con naturalezza su paesaggi reali e ideali, visioni che si spalancano come finestre su altre realtà possibili, a cavallo di quel sottile, esile, indefinibile confine che separa esistenza ed illusione. Silvia ci prende per mano e ci conduce nel suo garbato e delicato interiore, riesce con ritmi cromatici seducenti e sensibili a farci desiderare di essere parte di quanto è rappresentato nelle sue opere. Nulla è urlato, nulla è portato con violenza, l'insieme è sempre estremamente armonico ed equilibrato, e pare che nulla possa interferire con il quieto universo che l'artista ci propone. Ma in nessun modo vuole additarci prospettive di mondi nostalgicamente fantastici, poiché il suo è uno sguardo realisticamente poetico, attento alle più piccole cose, uno sguardo capace di vedere oltre il dato sensibile del reale, per coglierne bellezza, semplicità, armonia e sogno, là dove i nostri occhi, troppo spesso, riconoscono solo lo specchio di una scontata banalità”.

Stefano Barbieri


Recentemente:
- ha vinto nel 2006 il premio "Provincia di Livorno" nell'ambito del Premio Rotonda;
- e' stata tra le prime dieci premiate con l'esposizione e la lettura poetica del quadro al "Premio Damiani" 2009;
- e' stata premiata al premio "Mai in DispArte" 2010;
- ha vinto nello scorso 2011 il premio Casciana Terme;
- ha vinto un premio speciale alla III° Biennale di arte contemporanea di Viareggio “Burlamacco 2012”.



 
© 2024 Rivista Culturale Arte a Livorno... e oltre confine